Torino Jazz Festival 2016

Grande successo anche quest'anno per il TJF tenendo conto che non c'era l'EXPO a far da volano, meno star internazionali ma moltissimi italiani di altissimo livello.
Secondo JAZZIT il TJF è il quarto festival italiano ma, come proposte innovative, è senz'altro al primo posto, basti citare Braxton al museo Egizio lo scorso anno e Sanchez al cinema Massimo quest'anno.
la potenza di fuoco anche quest'anno è stata notevole:
Anche quest'anno ho provato a raccontare fotograficamente i momenti topici della manifestazione e l'atmosfera che si respirava in città.
A mio avviso i momenti indimenticabili del festival sono stati i seguenti:
Secondo JAZZIT il TJF è il quarto festival italiano ma, come proposte innovative, è senz'altro al primo posto, basti citare Braxton al museo Egizio lo scorso anno e Sanchez al cinema Massimo quest'anno.
la potenza di fuoco anche quest'anno è stata notevole:
- 178 appuntamenti in totale di cui 10 a pagamento
- 10 giorni di eventi dal 22 aprile al 1 maggio
- 4 giorni di anteprime (8, 16, 19 e 21 aprile) con 31 eventi e più di 50 artisti
- 530 musicisti: 280 del TJF e 250 artisti del TJF Fringe provenienti da Algeria, Argentina, Austria, Brasile, Canada, Cuba, Francia, Gran Bretagna, Italia, Martinica, Marocco, Norvegia, Olanda, Russia, Senegal, Spagna e Stati Uniti d’America.
Anche quest'anno ho provato a raccontare fotograficamente i momenti topici della manifestazione e l'atmosfera che si respirava in città.
A mio avviso i momenti indimenticabili del festival sono stati i seguenti:
- Prima di tutto Antonio Sanchez al cinema Massimo che eseguiva dal vivo la colonna sonora del film "Birdman". Il suo assolo durante i titoli di coda è stato, secondo me, il vertice del festival.
- Le sperimentazioni di Robert Glasper che io, da vecchio appassionato un pò tradizionalista, ho faticato un pò a digerire ma che hanno coinvolto moltissimo i giovani che cantavano i pezzi dal vivo ... incredibile, anche a detta di Emanuele Cisi con cui mi sono confrontato sul tema.
- Il grande trio Kala con la Marcotulli, Tavolazzi e Golino. Imperdibile con pezzi ritmici molto trascinanti. Grande soddisfazione poter fare due parole con Ares Tavolazzi a fine concerto per ricordare i tempi di Tofani e degli Area. Bellissime alcune interpretazioni di brani di Pino Daniele a cui la Marcotulli era molto legata.
- Interessante l'esperimento Pulse con i più bravi jazzisti italiani a riprodurre i suoni della città in modo innovativo: Max Casacci, Zirilli, Boltro, Di Castri, Cisi, Petrella, Di gennaro e pure il mitico Rava ... non so se mi spiego.
- La sexy e leggiadra cantante e violinista cubana Yilian Canizares. Purtroppo mi sono un perso un pezzo per esser andato a mangiare una pizza con i miei amici fotografi, ma anche questo è un momento ludico da non trascurare.
- David Binney, difficile da imbrigliare in uno stile. Ecclettico e vario
- Lanzoni, il pianista italiano del futuro con i suoi virtuosismi ed incroci di mani, continuamente al confine tra classica e jazz, a tratti con echi jarrettiani.
- Le esibizioni di Giovanni Falzone sia con i LINGOMANIA, in versione tradizionale, che nella sua avventura Jazz Rock con la Contemporary Orchestra dedicata ai Led Zeppelin
- i momenti eterei di danza indiana con Nuria Sala Grauo e di tip tap con la simpaticissima Marije Nie nella suggestiva cornice del MAO (Museo d'arte Orientale)