Suspended Grooves
Mostra del "Collettivo fotografi jazz Torino" presso la Piazza Palazzo di Città a Torino in occasione del Torino Jazz Festival 2024, esposta dal 22 al 30 aprile 2024.
autori: Carlo Mogavero, Mamo Delpero, Stefano Barni, Marco Alessi, Antonio Baiano, Ferdinando Caretto.
ABSTRACT
Suspended Grooves è un’installazione che esplora il dialogo culturale ed estetico tra il jazz e la sua rappresentazione fotografica. 24 immagini che affondano le radici nella tradizione iconografica del jazz e la reinterpretano in chiave contemporanea attraverso la diversità degli approcci narrativi e della sensibilità individuale che contraddistingue i fotografi del Collettivo Fotografi Jazz Torino. Gli scatti di Marco Alessi, Antonio Baiano, Stefano Barni, Ferdinando Caretto, Mamo Delpero, Carlo Mogavero (in ordine rigorosamente alfabetico), raccontano le sonorità coraggiose, i protagonisti e le emozioni che hanno impregnato la città di bellezza durante le passate edizioni del Torino Jazz Festival.
Colophon
Torino con gli occhi in su. Ancora una volta e per una buona ragione.
Così ti trovi a passeggiare per uno dei portici atipici di una città inconsueta - nei giorni di un Festival jazz molto amato e sentito - sovrastato da una sequenza affabile e autorevole: immagini di sguardi ispirati, quasi tutti con gli occhi socchiusi, o ensemble brulicanti di colori. Esistono fotografi che possiedono l’arte di fermare l’attimo e restituircelo colmo di significati concreti. E noi con gli occhi in su, a guardare la musica.
Non vale la pena di scomodare Kandinskji e la sua teoria sulla sinestesia, perché è molto semplice comprendere il valore che un fotografo di occasioni jazz attribuisce alla personale capacità di elaborare quella particolare forma musicale, e tradurla per noi in immagini parlanti. Il Collettivo Fotografi Jazz Torino documenta da tanti anni il Torino Jazz Festival nello specifico, ma anche altre manifestazioni e ogni momento di musica nel più piccolo club, sia in città che altrove.
Sin dalla prima mostra, nell’ottobre del 2019, il CFJTo si è posto l’obiettivo di esplorare nuove forme di rappresentazione, andando molto al di là della foto ‘tecnicamente perfetta’ al fine di tentare un racconto puntuale delle emozioni provate dai musicisti sul palco, cristallizzati nelle loro pause di riflessione più che nella tensione degli assolo, nei gesti apparentemente ingiustificati o nei cenni d’intesa tra frontman e sidemen.
Narrare quelle storie è il loro scopo; quella precisa inquadratura in quell’unico istante è la loro unica ragione e solo successivamente arriva la condivisione con il pubblico. In questo caso preciso, siamo tutti chiamati a passeggiare lasciandoci emozionare dagli archi dei portici abitati da ventiquattro immagini, quasi tutte a colori se si esclude qualche meraviglioso bianco e nero dai contorni affilati.
Marco Alessi, Antonio Baiano, Stefano Barni, Ferdinando Caretto, Mamo Delpero, Carlo Mogavero – in rigoroso ordine alfabetico – saranno dunque i protagonisti di queste SUSPENDED GROOVES: istanti armonici che riportano in un’immagine la storia di un concerto scelto tra le varie edizioni passate del TJF. Un cammino diacronico non solo attraverso la sapienza estetica di queste immagini, ma anche nel loro significato profondamente evocativo.
Scriveva Helmut Newton “Non sono un artista, sono un fotografo”. Potremmo dissertare a lungo su questa querelle semantica, ma nel caso del Collettivo Fotografi Jazz Torino ci sembra che di arte ce ne sia davvero tanta. Non parliamo del cuore.
Lorenza Cattadori (critica musicale)
Mostra del "Collettivo fotografi jazz Torino" presso la Piazza Palazzo di Città a Torino in occasione del Torino Jazz Festival 2024, esposta dal 22 al 30 aprile 2024.
autori: Carlo Mogavero, Mamo Delpero, Stefano Barni, Marco Alessi, Antonio Baiano, Ferdinando Caretto.
ABSTRACT
Suspended Grooves è un’installazione che esplora il dialogo culturale ed estetico tra il jazz e la sua rappresentazione fotografica. 24 immagini che affondano le radici nella tradizione iconografica del jazz e la reinterpretano in chiave contemporanea attraverso la diversità degli approcci narrativi e della sensibilità individuale che contraddistingue i fotografi del Collettivo Fotografi Jazz Torino. Gli scatti di Marco Alessi, Antonio Baiano, Stefano Barni, Ferdinando Caretto, Mamo Delpero, Carlo Mogavero (in ordine rigorosamente alfabetico), raccontano le sonorità coraggiose, i protagonisti e le emozioni che hanno impregnato la città di bellezza durante le passate edizioni del Torino Jazz Festival.
Colophon
Torino con gli occhi in su. Ancora una volta e per una buona ragione.
Così ti trovi a passeggiare per uno dei portici atipici di una città inconsueta - nei giorni di un Festival jazz molto amato e sentito - sovrastato da una sequenza affabile e autorevole: immagini di sguardi ispirati, quasi tutti con gli occhi socchiusi, o ensemble brulicanti di colori. Esistono fotografi che possiedono l’arte di fermare l’attimo e restituircelo colmo di significati concreti. E noi con gli occhi in su, a guardare la musica.
Non vale la pena di scomodare Kandinskji e la sua teoria sulla sinestesia, perché è molto semplice comprendere il valore che un fotografo di occasioni jazz attribuisce alla personale capacità di elaborare quella particolare forma musicale, e tradurla per noi in immagini parlanti. Il Collettivo Fotografi Jazz Torino documenta da tanti anni il Torino Jazz Festival nello specifico, ma anche altre manifestazioni e ogni momento di musica nel più piccolo club, sia in città che altrove.
Sin dalla prima mostra, nell’ottobre del 2019, il CFJTo si è posto l’obiettivo di esplorare nuove forme di rappresentazione, andando molto al di là della foto ‘tecnicamente perfetta’ al fine di tentare un racconto puntuale delle emozioni provate dai musicisti sul palco, cristallizzati nelle loro pause di riflessione più che nella tensione degli assolo, nei gesti apparentemente ingiustificati o nei cenni d’intesa tra frontman e sidemen.
Narrare quelle storie è il loro scopo; quella precisa inquadratura in quell’unico istante è la loro unica ragione e solo successivamente arriva la condivisione con il pubblico. In questo caso preciso, siamo tutti chiamati a passeggiare lasciandoci emozionare dagli archi dei portici abitati da ventiquattro immagini, quasi tutte a colori se si esclude qualche meraviglioso bianco e nero dai contorni affilati.
Marco Alessi, Antonio Baiano, Stefano Barni, Ferdinando Caretto, Mamo Delpero, Carlo Mogavero – in rigoroso ordine alfabetico – saranno dunque i protagonisti di queste SUSPENDED GROOVES: istanti armonici che riportano in un’immagine la storia di un concerto scelto tra le varie edizioni passate del TJF. Un cammino diacronico non solo attraverso la sapienza estetica di queste immagini, ma anche nel loro significato profondamente evocativo.
Scriveva Helmut Newton “Non sono un artista, sono un fotografo”. Potremmo dissertare a lungo su questa querelle semantica, ma nel caso del Collettivo Fotografi Jazz Torino ci sembra che di arte ce ne sia davvero tanta. Non parliamo del cuore.
Lorenza Cattadori (critica musicale)