CARLO MOGAVERO PHOTOGRAPHY
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Torino Jazz Festival 2015

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Ancora in crescita il festival nel corso del 2015, forse nomi meno famosi degli scorsi anni ma più innovazione e un'offerta ancora più ricca ed varia.
Possiamo ormai dirlo il TJF è probabilmente il più importante festival italiano per "potenza di fuoco" in termini di varietà, numero di concerti, originalità, incontri ed eventi collaterali. Come presenze è stato superato il 2014 raggiungendo le 220.000 con concerti abbinati anche alla ostensione della Sindone e all'EXPO di Milano. Il coinvolgimento della città mi è parso davvero grande grazie anche alla nuova area di street food, organizzata il piazza Vittorio, e alla bellissima cartellonistica preparata dal laboratorio la "Zanzara". Certo sarebbe bello diluire i concerti su un periodo più lungo, in modo da consentire agli appassionati di non perdere nulla, ma è chiaro che far durare maggiormente la manifestazione è complesso dal punto di vista logistico e organizzativo. Spostare il festival da fine maggio a giugno non è servito ad evitare qualche temporale ma probabilmente ha attirato maggiori visitatori provenienti da fuori piemonte che lo hanno abbinato all' EXPO.

Anche quest'anno ho provato a raccontare fotograficamente i momenti topici della manifestazione anche se durante il festival non ero fisicamente molto in forma a causa della frattura alla gamba e la qualità delle foto ne ha risentito, non sono molto soddisfatto del risultato, si poteva far meglio. A mio avviso i momenti indimenticabili del festival sono stati i seguenti:
  • Anthony Braxton Sonic Genome al Museo Egizio. Molto discusso e impegnativo, va oltre il concetto di sola musica, ma indiscutibilemnete un evento di rilevanza mondiale.
  • Danilo Rea che suona Billy Strayhorn, davvero travolgente per l'energia trasmessa
  • il Trio stellare: Rava, Petrella, Guidi all'EXPO di MIlano (purtroppo non c'ero)
  • Andy sheppard con il suggestivo solo on the river Pò
  • Steve Lehmman Octet “ABIME”. Il concerto più innovativo ed atteso del festival anche se a me è parso un pò asettico
  • Fabrizio Bosso Quartet “IL SORPASSO”. Il momento più toccante e drammatico del festival per la coincidenza con la morte di Marco Tamburini avvenuta in un incidente stradale la notte prima ... proprio come il finale del film di Dino Risi trasmesso sul maxischermo in back ground. Da far venire i brividi, guardate le foto di Fabrizio davvero turbato dalla morte dell'amico ma comunque in grado di fare un grande concerto.
  • L'assolo di Ron Carter, con citazioni vivaldiane, nel GOLDEN STRIKER - TRIO al teatro Colosseo. Qui, trattandosi di un concerto il cui contrabbasso era il protagonista, forse si poteve scegliere una location con migliore acustica (auditorium del conservatorio ad esempio).
  • La travolgente SHIBUSA SHIRAZU orchestra, puro spettacolo multimediale, una via di mezzo tra i Pink Floyd e la Sun RA Arkestra.
  • L'assolo di David Murray in "Such Sweet Thunder" di Billy Strayhorn con la Lydian Sound Orchestra. Fantastico !!! Ha trascinato l'ensemble in modo incredibile.
  • La trascinante carica blues dei vecchietti della original BLUES BROTHERS BAND nel gran finale in piazza San Carlo..