Appunti sulla storia del Jazz
dal libro di Ted Gioia "Storia del Jazz", alcuni appunti quasi stenografati (solo per Jazz addicted)
Gli inizi, i primi balli a Congo Square a New Orleans nel 1820, canto e danza si fondono nei ring shout, nascono le second line ai funerali e i canti di lavoro nella raccolta del cotone. Grandi contenuti ritmici mai visti precedentemente. Prime edizioni a stampa di canzoni blues nel 1912 (Saint Louis Blues di W.C Handy). Nascono le prime linee melodiche, le cosiddette blue notes, e le tecniche di chitarra slide. Blind Lemon Jefferson è uno dei primi bluesman a diventare noto, nasce il blues del delta del Mississipi e nasce il mito del blues come salvezza e dannazione. La Paramount produce i primi dischi: Charley Patton (Pony blues). Le origini sono tribali ed africane ma il blues ha una sua vita tutta americana. "Ma" Raney e poi Bessie Smith prime dive del blues ... arriva il ragtime, è un importante precursone del jazz, il piano è protagonista. Il numero uno è Scott Joplin "The entertainer" e "Maple leaf rag", fa uso propulsivo dei bassi con la mano sinistra e controtempi con la destra.
Nel calderone di New Orleans tutto si mescola. Quando la città inizia a declinare, per via della ferrovia che sostituisce il fiume e fa decadere l'importanza della città fluviale, nasce il jazz. Vita media di un nero 36 anni, nasce nella povertà, suonato nei bordelli, ai funerali e sui battelli e sui treni. Buddy Bolden è tra i primi a riunire gli ingredienti ragtime e blues e strumentalizzazioni delle band di New Orleans.
La Original Dixieland Jazz Band ODJB registra forse la prima incisione con la Victor "Livery Stable blues", sono bianchi, è il 1917. Si afferma Jelly Roll Morton, molto pieno di se, il più grande compositore di pezzi hot (cosi dice lui) poi arriva Louis Armstrong che inventa l'assolo come punto centrale dell'esecuzione, esemplare quello in stop time in "Potato head blues" ed incontra Earl Hines pianista che non perde mai il senso del tempo.
Quindi ci sposta verso Chicaco. Grande assolo di Armstrong di 12 secondi in "West end blues", è il primo jazz puro liberato dal rag e dalla musica da ballo. Arriva la cornetta di Bix Beiderbecker e i Wolverines, poi, in sodalizio con il sax di Frank Trumbauer (era l'idolo di Lester Young e non è poco), nascono le ballads "Singing the blues", i primi violinisti Joe Venuti ed il chitarristia Eddie Lang.
Per molti il jazz di Chicaco è il jazz più puro della storia prima dell'arrivo dello swing, in città scorre il denaro ed è il ponte tra New orleans e lo swing, da ricordare il clarino di Pee Wee Russel con lo stile sofferto, maestro ed anticipatore di monk ("Pee Wee blues") ed infine Jack Teagarden inventa gli assoli di trombone in " Basin street blues". Nel 1931 muore Bix Beiderbecker alcolizzato e con il delirio tremens e si passa ad un'altra epoca.
Ad Harlem nasce una nuova cultura, e il periodo della grande depressione del 1929. Tra la gente di colore, intellettuali e poeti, il jazz è visto tuttavia come un sottoprodotto. Chi è nato qui, anche se di colore, considera poco le persone di colore del sud. Il pianoforte nobilita il jazz ed il genere stride, con Fats Waller, lo introduce nella classe nera media. Il primo tra i pianisti è James P Johnson (“Carolina shout”), ma nei cutting contest (le gare tra musicisti) quello che vince sempre e Willy the Lion Smith. Fats Waller diverte ed accompagna i film muti e trasforma il rag time in stride con una trionfale tournee europea nel 1938. Si afferma anche Art Tatum dalla tecnica eccezionale con studi classici, quasi cieco, ha tuttavia grande senso dello spettacolo quando non eccede negli arpeggi.
Nascono le big band, mentre nell'epoca precedente (l'età del jazz) le energie erano solo per gli assolo ora nasce la composizione, gli arrangiamenti e le sezioni. I musicisti diventano più colti e disciplinati. La prima è di Fletcher Henderson. Il sax tenore diventa lo strumento principe è il suo primo grande maestro è Coleman Hawkins. Il contrabbasso sostituisce il basso tuba.
Nasce la band di Duke Ellington e al Cotton Club inizia l'integrazione razziale. La Carnegie Hall diventa il tempio a cui tutti aspirano. In questo periodo si affermano grandi batteristi Chick Webb, Jonny Hodges ed Ella Fitzgerald.
E' l'era dello swing. Nel '29 con pochi soldi si noleggia una grande big band. Alla radio nascono le prime celebrità, nascono i manager e gli agenti pubblicitari e i primi fan. Il re è il clarinettista Benny Goodman, tecnica e perfezione. Con lui il batterista Gene Krupa porta la percussione fuori dall'ombra.
Con lo swing il jazz e il pop si fondono come mai era avvenuto e mai succederà più. Emerge la tromba di Roy Eldridge, un ponte tra Armstrong e Dizzy Gillespie. Goodman scopre Lionel Hampton che inventa il vibrafono.
Il concerto alla Carnegie Hall di Goodman nel '38 segna l'inizio dell'era matura del jazz riconosciuto come forma d'arte. Goodman scopre Charlie Christian il pionere della chitarra elettrica, si abbandona il banjo.
Nasce la band di Glenn Miller più pop che jazz, melodie semplici e prive di ambizioni, è l' easy listening del dopo guerra.
A Kansas City qualcosa si muove: un misto di jazz e country detto wester swing, texas piano. Mentalità aperta, soldi, prostituzione e alcol, tutto intorno la depressione. E' la prima Las Vegas. Trame minimaliste e arriva l'orchestre di Count Basie con Walter Page che inventa il contrabbasso moderno. Grande batterista è Philly Jo Jones. Con Basie il piano non urla piu ma parla (cosi tanto con cosi poco). L'infuenza di questa musica arriverà fino a Charlie Parker. Ma la vera star di Basie è Lester Young precursore del cool jazz, intimità con grandi sfumature, le mitragliatrici di note dello swing non lo capiscono.
L' Europa non è solo un pubblico passivo nascono il chitarrista gitano Django Reinhardt e il violinista Stephane Grappelli.
Coleman Hawkins fa da ponte tra il vecchio e il nuovo e nel 1944 presenta Dizzy Gillespie e Max Roach e fa la prima seduta di jazz moderno, nascono i tenoristi be bop: Dexter Gordon, Sonny Rollins. Lester Young fa da ponte tra le big band e il cool jazz (Getz, Mulligan, Davis, Desmond, Baker, Giuffre)
Lo swing sta finendo dopo aver trasformato il jazz in pop, mai cosi vicino al grande pubblico, Duke Ellington lo trasforma in musica seria, il contrabbasso viene rivoluzionato da Jimmy Blanton.
Nel dopo guerra i costi rendono proibitive le big band, e i bopper fanno si che il jazz sia musica per intenditori, il jazz si allontana di nuovo dal grande pubblico e si chiude nei jazz club.
Negli anni 50 regna il jazz moderno, il “be bop”, underground, ribelle, con band piccole, ritmi veloci e complessi, tecniche eccelse, sezioni rimiche, impegno politico contro l'emarginazione dei neri. Charlie Parker è il re, impara però da Lester Young. Da kansas City arriva la band di Cab Calloway che introduce Dizzy Gillespie che impara da Roy Eldridge. Kenny clarke è la batteria del bop, bombe con esplosioni poliritmiche. Al piano c'è Thelonous Monk difficile da classificare, coniuga semplice con complesso. Alla tromba c'è Miles Davis, J. J. Johnson al trombone. Bud Powel al piano.
Nasce il cool jazz, Lennie Tristano al piano anticipa Bill Evans poi Dave Brubeck, Paul Desmond, Joe Morello, il Modern Jazz Quartet con Milt Jackson al vibrafono. Alcune big band continuano: Count Basie. Il west coast romantico e cerebrale con Chet Baker e Gerry Mulligan. Mile Davis è l'antivirtuoso, il re delle pause.
Il beb bop come grande rivoluzione genera la nascita di stili nuovi: il cool, il soul, il modal, il free, e continua quello tradizionale il trad).
Davis riesce ad equilibrare con "kind of blue" le focose interpretazioni di Coltrane.
Negli anni '50 nasce l'hard bop, Max Roach e Clifford Brown poi Sonny Rollins e i Jazz Messenger di Art Blakey sempre in evoluzione e con la grande capacità di arruolare fuoriclasse: Benny Golson, Freddy Hubbard, Wayne Shorter, Wynton Marsalis. Con il soul jazz torna l'organo hammond. Inizia quindi l'era di Charlie Mingus che riesce a sintetizzare tutti gli stili avendo suonato con tutti, da Armstrong a Ellington a Parker. E' il primo contrabbassista leader.
Davis negli anni '70 inventa la fusion e il jazz rock che si contrappongono al free jazz. Liberta e fusione. L'impegno politico degli anni '60 e '70 influenza il jazz, i pionieri del free sono Ornette Coleman e Cecil Taylor, nel '50 Coleman registra con Don Cherry, Charlie Haden e Billy Higgins "The shape of jazz to come" poi incide "Free jazz", musica che salta il razionale e va direttamente al sistema nervoso. Taylor è il più intransigente, si unisce poi anche Coltrane con "Ascension" ed infine arriva Archie Sheep e Albert Ayler. Dalla sublime armonia e bellezza al disordine e contrasto. Si sbeffeggia l'ordine costituito, il sistema è sotto attacco. L'atonalità è il punto di arrivo, Ayler è il più decostruttivo, tra i bassisti il numero uno è Gary Peacock.
Fusion ed elettronica. il jazz si conferma musica di fusione ed evoluzione, Davis incide “Bitches brew”, arrivano i Weather Report la Mahavisnhu Orchestra di John Mac Laughling, il bassista Marcus Miller, Pat Metheny. Keith Jarret fa storia a se e fonde musica classica e jazz, nasce la ECM ed il jazz europeo diventa importante (Dave Holland ed Enrico Rava tra gli italiani). Jarret incide “Facing you”, il suo disco migliore , ispira e da origine alla new age con “Koln concert” quindi si da agli standard con Jack De Johnette e Gary Peacock.
L'evoluzione, tradizionalisti e post modernisti. Dal free alla fusion non si arriva allo scontro ma si torna alla tradizione e al mainstream rappresentato da Wynton Marsalis, dagli anni sessanta in poi si possono ascolare tutti i generi (sono ancora vivi i grandi del passato e i modernisti) . Norman Granz rilancia e produce i classici. Scott Hamilton ha un sound retrò. Negli anni 80 ognuno adotta lo stile che vuole. Marsalis diventa il numero uno con grandi promesse poi si perde un po' non essendo un innovatore ma un difensore della tradizione. Da Da inizio anni '70 il musicista jazz diventa colto inizia a frequentare le universita, non è più un genio sregolato come in passato senza basi musicali. L'Art Ensemble of Chicago fonde nuovo e moderno con grande presenza scenica. Bill Frisell chitarrista, e Dave Douglas trombettista, creano brani molto ecclettici e mescolano generi.
Nel nuovo millennio il collage postmodernista si attenua un pò, in questo periodo l'evoluzione rallenta, arriva internet e il mondo cambia, arriva la disintermediazione i musicisti devono diventare imprenditori, mancano i soldi, il pop contamina ma i jazzisti sono colti e lo rivalutano (Brad Mehldau), nascono cantanti di grande valore come Norah Jones, Diana Krall e vocalis come Bobby Mc Ferrin, Esperanza Spalding (anche bassista) e Diane Shurr.
Wallace Roney porta avanti i discordi di Miles. Cala la guerra tra le fazioni anche nel jazz finiscono le ideologie. Emerge, malgrado la schizofrenia, il trombettista Tom Harrel e il sax di Joe Lovano, è l'era dei professionisti seri. Mai cosi tanti talenti preparati tecnicamente e culturalmente.
il jazz si globalizza, a volte ci sono piu soldi in europa che provengono da finanziamenti statali e regionali, che negli States. Circuiti, jazz club ed etichette nascono in tutto il mondo, non serve più andare in america a suonare per crescere. Grandi nomi si affermano in europa: NHO Pedersen, John Surman, Kenny Wheeler, Stefano Bollani, Enrico Pierannunzi, Giorgio Gaslini, Franco D'andrea, Paolo Fresu, Gianluca Petrella, Gianluigi Trovesi. Stili personali non si copia più solamente. il Jazz arriva anche in oriente, in particolare anche in giappone con le pianiste Hiromi e Yamashita, il sax di Watanabe e anche in Africa con Dollar Brand (Abdullah Ibrahim).
... il jazz non sta mai fermo ma evolve cresce assorbe ...
dal libro di Ted Gioia "Storia del Jazz", alcuni appunti quasi stenografati (solo per Jazz addicted)
Gli inizi, i primi balli a Congo Square a New Orleans nel 1820, canto e danza si fondono nei ring shout, nascono le second line ai funerali e i canti di lavoro nella raccolta del cotone. Grandi contenuti ritmici mai visti precedentemente. Prime edizioni a stampa di canzoni blues nel 1912 (Saint Louis Blues di W.C Handy). Nascono le prime linee melodiche, le cosiddette blue notes, e le tecniche di chitarra slide. Blind Lemon Jefferson è uno dei primi bluesman a diventare noto, nasce il blues del delta del Mississipi e nasce il mito del blues come salvezza e dannazione. La Paramount produce i primi dischi: Charley Patton (Pony blues). Le origini sono tribali ed africane ma il blues ha una sua vita tutta americana. "Ma" Raney e poi Bessie Smith prime dive del blues ... arriva il ragtime, è un importante precursone del jazz, il piano è protagonista. Il numero uno è Scott Joplin "The entertainer" e "Maple leaf rag", fa uso propulsivo dei bassi con la mano sinistra e controtempi con la destra.
Nel calderone di New Orleans tutto si mescola. Quando la città inizia a declinare, per via della ferrovia che sostituisce il fiume e fa decadere l'importanza della città fluviale, nasce il jazz. Vita media di un nero 36 anni, nasce nella povertà, suonato nei bordelli, ai funerali e sui battelli e sui treni. Buddy Bolden è tra i primi a riunire gli ingredienti ragtime e blues e strumentalizzazioni delle band di New Orleans.
La Original Dixieland Jazz Band ODJB registra forse la prima incisione con la Victor "Livery Stable blues", sono bianchi, è il 1917. Si afferma Jelly Roll Morton, molto pieno di se, il più grande compositore di pezzi hot (cosi dice lui) poi arriva Louis Armstrong che inventa l'assolo come punto centrale dell'esecuzione, esemplare quello in stop time in "Potato head blues" ed incontra Earl Hines pianista che non perde mai il senso del tempo.
Quindi ci sposta verso Chicaco. Grande assolo di Armstrong di 12 secondi in "West end blues", è il primo jazz puro liberato dal rag e dalla musica da ballo. Arriva la cornetta di Bix Beiderbecker e i Wolverines, poi, in sodalizio con il sax di Frank Trumbauer (era l'idolo di Lester Young e non è poco), nascono le ballads "Singing the blues", i primi violinisti Joe Venuti ed il chitarristia Eddie Lang.
Per molti il jazz di Chicaco è il jazz più puro della storia prima dell'arrivo dello swing, in città scorre il denaro ed è il ponte tra New orleans e lo swing, da ricordare il clarino di Pee Wee Russel con lo stile sofferto, maestro ed anticipatore di monk ("Pee Wee blues") ed infine Jack Teagarden inventa gli assoli di trombone in " Basin street blues". Nel 1931 muore Bix Beiderbecker alcolizzato e con il delirio tremens e si passa ad un'altra epoca.
Ad Harlem nasce una nuova cultura, e il periodo della grande depressione del 1929. Tra la gente di colore, intellettuali e poeti, il jazz è visto tuttavia come un sottoprodotto. Chi è nato qui, anche se di colore, considera poco le persone di colore del sud. Il pianoforte nobilita il jazz ed il genere stride, con Fats Waller, lo introduce nella classe nera media. Il primo tra i pianisti è James P Johnson (“Carolina shout”), ma nei cutting contest (le gare tra musicisti) quello che vince sempre e Willy the Lion Smith. Fats Waller diverte ed accompagna i film muti e trasforma il rag time in stride con una trionfale tournee europea nel 1938. Si afferma anche Art Tatum dalla tecnica eccezionale con studi classici, quasi cieco, ha tuttavia grande senso dello spettacolo quando non eccede negli arpeggi.
Nascono le big band, mentre nell'epoca precedente (l'età del jazz) le energie erano solo per gli assolo ora nasce la composizione, gli arrangiamenti e le sezioni. I musicisti diventano più colti e disciplinati. La prima è di Fletcher Henderson. Il sax tenore diventa lo strumento principe è il suo primo grande maestro è Coleman Hawkins. Il contrabbasso sostituisce il basso tuba.
Nasce la band di Duke Ellington e al Cotton Club inizia l'integrazione razziale. La Carnegie Hall diventa il tempio a cui tutti aspirano. In questo periodo si affermano grandi batteristi Chick Webb, Jonny Hodges ed Ella Fitzgerald.
E' l'era dello swing. Nel '29 con pochi soldi si noleggia una grande big band. Alla radio nascono le prime celebrità, nascono i manager e gli agenti pubblicitari e i primi fan. Il re è il clarinettista Benny Goodman, tecnica e perfezione. Con lui il batterista Gene Krupa porta la percussione fuori dall'ombra.
Con lo swing il jazz e il pop si fondono come mai era avvenuto e mai succederà più. Emerge la tromba di Roy Eldridge, un ponte tra Armstrong e Dizzy Gillespie. Goodman scopre Lionel Hampton che inventa il vibrafono.
Il concerto alla Carnegie Hall di Goodman nel '38 segna l'inizio dell'era matura del jazz riconosciuto come forma d'arte. Goodman scopre Charlie Christian il pionere della chitarra elettrica, si abbandona il banjo.
Nasce la band di Glenn Miller più pop che jazz, melodie semplici e prive di ambizioni, è l' easy listening del dopo guerra.
A Kansas City qualcosa si muove: un misto di jazz e country detto wester swing, texas piano. Mentalità aperta, soldi, prostituzione e alcol, tutto intorno la depressione. E' la prima Las Vegas. Trame minimaliste e arriva l'orchestre di Count Basie con Walter Page che inventa il contrabbasso moderno. Grande batterista è Philly Jo Jones. Con Basie il piano non urla piu ma parla (cosi tanto con cosi poco). L'infuenza di questa musica arriverà fino a Charlie Parker. Ma la vera star di Basie è Lester Young precursore del cool jazz, intimità con grandi sfumature, le mitragliatrici di note dello swing non lo capiscono.
L' Europa non è solo un pubblico passivo nascono il chitarrista gitano Django Reinhardt e il violinista Stephane Grappelli.
Coleman Hawkins fa da ponte tra il vecchio e il nuovo e nel 1944 presenta Dizzy Gillespie e Max Roach e fa la prima seduta di jazz moderno, nascono i tenoristi be bop: Dexter Gordon, Sonny Rollins. Lester Young fa da ponte tra le big band e il cool jazz (Getz, Mulligan, Davis, Desmond, Baker, Giuffre)
Lo swing sta finendo dopo aver trasformato il jazz in pop, mai cosi vicino al grande pubblico, Duke Ellington lo trasforma in musica seria, il contrabbasso viene rivoluzionato da Jimmy Blanton.
Nel dopo guerra i costi rendono proibitive le big band, e i bopper fanno si che il jazz sia musica per intenditori, il jazz si allontana di nuovo dal grande pubblico e si chiude nei jazz club.
Negli anni 50 regna il jazz moderno, il “be bop”, underground, ribelle, con band piccole, ritmi veloci e complessi, tecniche eccelse, sezioni rimiche, impegno politico contro l'emarginazione dei neri. Charlie Parker è il re, impara però da Lester Young. Da kansas City arriva la band di Cab Calloway che introduce Dizzy Gillespie che impara da Roy Eldridge. Kenny clarke è la batteria del bop, bombe con esplosioni poliritmiche. Al piano c'è Thelonous Monk difficile da classificare, coniuga semplice con complesso. Alla tromba c'è Miles Davis, J. J. Johnson al trombone. Bud Powel al piano.
Nasce il cool jazz, Lennie Tristano al piano anticipa Bill Evans poi Dave Brubeck, Paul Desmond, Joe Morello, il Modern Jazz Quartet con Milt Jackson al vibrafono. Alcune big band continuano: Count Basie. Il west coast romantico e cerebrale con Chet Baker e Gerry Mulligan. Mile Davis è l'antivirtuoso, il re delle pause.
Il beb bop come grande rivoluzione genera la nascita di stili nuovi: il cool, il soul, il modal, il free, e continua quello tradizionale il trad).
Davis riesce ad equilibrare con "kind of blue" le focose interpretazioni di Coltrane.
Negli anni '50 nasce l'hard bop, Max Roach e Clifford Brown poi Sonny Rollins e i Jazz Messenger di Art Blakey sempre in evoluzione e con la grande capacità di arruolare fuoriclasse: Benny Golson, Freddy Hubbard, Wayne Shorter, Wynton Marsalis. Con il soul jazz torna l'organo hammond. Inizia quindi l'era di Charlie Mingus che riesce a sintetizzare tutti gli stili avendo suonato con tutti, da Armstrong a Ellington a Parker. E' il primo contrabbassista leader.
Davis negli anni '70 inventa la fusion e il jazz rock che si contrappongono al free jazz. Liberta e fusione. L'impegno politico degli anni '60 e '70 influenza il jazz, i pionieri del free sono Ornette Coleman e Cecil Taylor, nel '50 Coleman registra con Don Cherry, Charlie Haden e Billy Higgins "The shape of jazz to come" poi incide "Free jazz", musica che salta il razionale e va direttamente al sistema nervoso. Taylor è il più intransigente, si unisce poi anche Coltrane con "Ascension" ed infine arriva Archie Sheep e Albert Ayler. Dalla sublime armonia e bellezza al disordine e contrasto. Si sbeffeggia l'ordine costituito, il sistema è sotto attacco. L'atonalità è il punto di arrivo, Ayler è il più decostruttivo, tra i bassisti il numero uno è Gary Peacock.
Fusion ed elettronica. il jazz si conferma musica di fusione ed evoluzione, Davis incide “Bitches brew”, arrivano i Weather Report la Mahavisnhu Orchestra di John Mac Laughling, il bassista Marcus Miller, Pat Metheny. Keith Jarret fa storia a se e fonde musica classica e jazz, nasce la ECM ed il jazz europeo diventa importante (Dave Holland ed Enrico Rava tra gli italiani). Jarret incide “Facing you”, il suo disco migliore , ispira e da origine alla new age con “Koln concert” quindi si da agli standard con Jack De Johnette e Gary Peacock.
L'evoluzione, tradizionalisti e post modernisti. Dal free alla fusion non si arriva allo scontro ma si torna alla tradizione e al mainstream rappresentato da Wynton Marsalis, dagli anni sessanta in poi si possono ascolare tutti i generi (sono ancora vivi i grandi del passato e i modernisti) . Norman Granz rilancia e produce i classici. Scott Hamilton ha un sound retrò. Negli anni 80 ognuno adotta lo stile che vuole. Marsalis diventa il numero uno con grandi promesse poi si perde un po' non essendo un innovatore ma un difensore della tradizione. Da Da inizio anni '70 il musicista jazz diventa colto inizia a frequentare le universita, non è più un genio sregolato come in passato senza basi musicali. L'Art Ensemble of Chicago fonde nuovo e moderno con grande presenza scenica. Bill Frisell chitarrista, e Dave Douglas trombettista, creano brani molto ecclettici e mescolano generi.
Nel nuovo millennio il collage postmodernista si attenua un pò, in questo periodo l'evoluzione rallenta, arriva internet e il mondo cambia, arriva la disintermediazione i musicisti devono diventare imprenditori, mancano i soldi, il pop contamina ma i jazzisti sono colti e lo rivalutano (Brad Mehldau), nascono cantanti di grande valore come Norah Jones, Diana Krall e vocalis come Bobby Mc Ferrin, Esperanza Spalding (anche bassista) e Diane Shurr.
Wallace Roney porta avanti i discordi di Miles. Cala la guerra tra le fazioni anche nel jazz finiscono le ideologie. Emerge, malgrado la schizofrenia, il trombettista Tom Harrel e il sax di Joe Lovano, è l'era dei professionisti seri. Mai cosi tanti talenti preparati tecnicamente e culturalmente.
il jazz si globalizza, a volte ci sono piu soldi in europa che provengono da finanziamenti statali e regionali, che negli States. Circuiti, jazz club ed etichette nascono in tutto il mondo, non serve più andare in america a suonare per crescere. Grandi nomi si affermano in europa: NHO Pedersen, John Surman, Kenny Wheeler, Stefano Bollani, Enrico Pierannunzi, Giorgio Gaslini, Franco D'andrea, Paolo Fresu, Gianluca Petrella, Gianluigi Trovesi. Stili personali non si copia più solamente. il Jazz arriva anche in oriente, in particolare anche in giappone con le pianiste Hiromi e Yamashita, il sax di Watanabe e anche in Africa con Dollar Brand (Abdullah Ibrahim).
... il jazz non sta mai fermo ma evolve cresce assorbe ...